Un nuovo meccanismo di crisi permanente: il meccanismo europeo di stabilità (MES – ESM), sarà allestito nella zona euro a partire da metà 2013. A seguito di una proposta della Commissione europea, questo è stato concordato dai ministri delle Finanze della zona euro il 28 novembre 2010. Questo accordo si riflette nella proposta di una modifica del trattato, presentato dal presidente Herman Van Rompuy al Consiglio europeo nel dicembre 2010.
Cos’è MES – ESM?
L’ESM è un meccanismo di crisi istituito per salvaguardare la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Le sue caratteristiche principali si baseranno sul già esistente European Financial Stability Facility (EFSF).
L’ESM completerà il nuovo quadro per rafforzare la sorveglianza economica nell’UE. Questo nuovo quadro, che comprende in particolare una maggiore attenzione sulla sostenibilità del debito e misure di esecuzione più efficaci, si concentra sulla prevenzione ed andrà sostanzialmente a ridurre la probabilità di una crisi emergente in futuro.
Quando sarà operativo?
L’ESM sarà operativo a partire dalla metà del 2013, in seguito alla scadenza del EFSF esistente. Una valutazione complessiva del nuovo meccanismo verrà effettuata dalla Commissione, in collaborazione con la BCE, nel 2016.
Come avverrà l’ESM?
L’ESM sarà in grado di fornire assistenza agli Stati membri dell’area dell’euro in difficoltà finanziarie. L’assistenza sarà subordinata alla realizzazione di un rigoroso programma di aggiustamento economico e fiscale, in linea con gli accordi esistenti.
Come ne sarà coinvolto il settore privato?
Il coinvolgimento del settore privato sarà deciso caso per caso, pienamente in linea con le pratiche abituali del FMI. Non ci saranno soluzioni automatiche e nessun requisito precedente. La forma esatta della partecipazione da parte dei creditori privati, dipenderà dalla natura specifica del problema da affrontare e sarà pienamente coerente con le pratiche del FMI.
A quali tipi di crisi sarà rivolto?
Viene fatta una distinzione tra le crisi di liquidità e solvibilità. Questo si baserà su un’analisi della sostenibilità del debito (DSA), condotto dalla Commissione europea e del FMI, in collaborazione con la BCE. DSA è una pratica abituale nel Fondo monetario internazionale a guida dei programmi di assistenza.
In caso di un problema di liquidità, il sostegno ESM sarà fornito in modo condizionale ad un programma di aggiustamento ed i creditori privati saranno incoraggiati a mantenere la loro copertura, in linea con l’attuale Unione europea e la pratica FMI.
Gli accordi volontari per mantenere la copertura in un paese sotto l’assistenza finanziaria sono stati, per esempio, già messi in atto in Ungheria, Romania e Lettonia (la cosiddetta ‘iniziativa Vienna’). In caso di imprevisto in cui l’analisi della sostenibilità del debito riveli che un paese possa essere insolvente, lo Stato membro dovrà negoziare un piano globale con i suoi creditori privati, in linea con le pratiche del FMI: quindi, l’assistenza di liquidità mediante l’ESM, potrà effettuarsi.
Cosa succede nel caso estremo ed improbabile di insolvenza?
Saranno incluse delle clausole di azione collettiva (CAC) nei termini e nelle condizioni di tutti i nuovi titoli sovrani dell’area dell’euro, a partire dal giugno 2013. Tali clausole saranno standardizzate ed identiche per tutti i paesi e forniranno la base giuridica per il processo di negoziazione con i creditori.
CAC consentirà ai creditori di passare a maggioranza qualificata, con la decisione di concordare un cambiamento giuridicamente vincolante per le condizioni di pagamento. Ciò potrebbe assumere la forma di un congelamento, di estensione di maturità, di tasso di interesse tagliato: a seconda del caso specifico.
CAC saranno coerenti con le leggi di Gran Bretagna e la legge degli Stati Uniti dopo la relazione G10 sul CAC stesso. Questi includeranno delle clausole di aggregazione che consentiranno a tutte le nuove obbligazioni emesse da uno Stato membro dopo il 2013, di dover essere considerate assieme alle trattative. I prestiti sotto l’ESM, godranno dello status di creditore preferenziale, di junior soltanto per prestiti del FMI.
Il settore provato verrà coinvolto prima del 2013?
No. Le disposizioni per il coinvolgimento del settore privato non si applicheranno prima metà del 2013.
I CAC aumenteranno il rischio di ristrutturazione del debito?
No. L’inserimento di clausole di azione collettiva non aumenta, di per sé, il rischio di ristrutturazione. La clausola è un semplice strumento per facilitare la discussione tra un debitore ed i suoi creditori. Il rischio di una ristrutturazione dipende da una sola cosa: la sostenibilità del debito dello Stato membro interessato. L’attuazione del nuovo pacchetto di governo economico, per l’appunto, contribuirebbe ad assicurare che il livello del debito degli Stati membri rimanga su un percorso sostenibile.
I CAC sono un’idea nuova?
No, non è affatto un’idea nuova. A seguito di discussioni fatte in seno al G10, il Consiglio Ecofin aveva già concluso nel 2003 che gli Stati membri dovrebbero includere clausole di azione collettiva nei loro titoli di stato emessi ai sensi del diritto straniero o di giurisdizione. La stessa UE ha, oggi, clausole di azione collettiva in tutte le sue emissioni obbligazionarie.
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