I mercati esultano per la manovra ammazza-popolo varata dal governo non-eletto. Trenta miliardi di euro lordi – di cui 12-13 miliardi di tagli alla spesa ed il resto spremuto, nel triennio 2012-14, dalle tasche dei contribuenti – per salvare la moneta unica europea. Altrimenti “l’Italia rischia di macchiarsi della responsabilità di contribuire a far andare in senso negativo l’economia europea” ha detto il premier – che rinuncerà allo stipendio da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia (tanto ha quello da neo-senatore a vita: 25mila euro al mese, in aggiunta ad altri redditi). Banche entusiaste della norma relativa alle garanzie di Stato su passività e bond. Lo spread crolla sotto ai quattrocento punti.
Rinascita – A piangere – lacrime da coccodrillo del ministro Elsa Fornero a parte – sono invece pensionati e lavoratori del Belpaese, sulle cui spalle gravano tutti i sacrifici. L’ex consulente di Goldman Sachs, ex presidente europeo della Commissione Trilaterale – una delle massime organizzazioni neoliberiste mondiali – nonché ex membro dell’oscuro gruppo Bilderberg, ha precisato che l’esecutivo i disagi ha “avuto grande cura nel distribuirli nel modo che ci è parso equo”.
Ai tecnocrati è parso equo: tassare la prima casa e rivalutare le rendite catastali al 60%; calare la mannaia sulle pensioni e bloccarne l’adeguamento all’inflazione; aumentare l’Iva e le accise sui carburanti; sgretolare le Province. Mentre non è parso equo far pagare ai ricchi: nessuna imposta sui grandi patrimoni che, secondo Monti “sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente”.
Al massimo si tasseranno elicotteri privati e yatch, mentre l’imposta sui capitali fatti rientrare dall’estero è di un irrisorio 6,5%, contro la pressione fiscale complessiva del 45% sul Paese – dove un’indagine Istat ha riscontrato, nel 2010, un nucleo famigliare su cinque sull’orlo della povertà.
Secondo Giuseppe Bertolussi, segretario della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre, la manovra “peserà sulle famiglie italiane con un importo medio pari a 635 euro. Se teniamo conto anche delle manovre estive elaborate dal precedente governo Berlusconi, l’importo complessivo che graverà sulle famiglie italiane, raggiungerà, nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro”. Questo bizzarro concetto di equità, Monti lo avrà imparato all’elitaria Università di Yale – sede della confraternita Skull & Bones (teschio e ossa), a cui appartengono anche i Bush e pure il tanto democratico John F. Kerry, nelle presidenziali 2004 suo “avversario” (si fa per dire) [1] – o presso l’Istituto dei gesuiti Leone XIII, ove si è diplomato nel 1961?
Di allievi eccellenti, le scuole private gesuitiche ne possono vantare una sfilza: ad iniziare dal presidente della BCE, Mario Draghi. Forgiati dai severi princìpi del fondatore Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) anche Carlo Azeglio Ciampi, Luca Cordero di Montezemolo, l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, il presidente della Bnl Luigi Abete, Francesco Rutelli, Leoluca Orlando, Piero Fassino e inoltre Marcello Dell’Utri, Enrico La Loggia e molti altri ancora [2]. Per non dimenticare Giovanni Battista Montini: Paolo VI.
Un’intera classe dirigente addestrata dall’esercito del papa. “Far pagare l’Ici alla Chiesa? È una questione che non ci siamo posti ancora” ha dichiarato Monti alla conferenza stampa tenutasi a Roma. Niente Ici sui cinquantamila (approssimativamente) immobili ecclesiastici disseminati sul suolo italiano: almeno due miliardi e quattrocentomila euro di risparmi per le dorate casse del Vaticano. Detassazione completa, un devoto omaggio prenatalizio a Benedetto XVI – il pontefice che ama passeggiare con indosso dei mocassini rossi firmati Prada [3]. Strano: Il diavolo veste Prada! [4]
La Chiesa è esente pure da Iva e Irpef. Può beneficiare dell’8 per mille – circa 970 milioni di euro, versati dallo Stato italiano fra il 1990 e il 2007. Inoltre, “il Vaticano è una delle maggiori potenze investitrici nelle borse di molti Paesi. I suoi profitti e i vescovi di tutto il mondo, che devono fornire al Vaticano le tasse della diocesi, sono in grado di superare ogni crisi con il multimilionario management di dollari che il Vaticano riceve dal globo. (…) Le sue riserve d’oro, che sono state usucapite, dal 1930 al 1990 da tutte le diocesi, sono state depositate nella Federal Reserve Bank di New York. (…) Senza avere paura di sbagliare, possiamo dire che i tesori d’oro e d’argento amministrati dal Vaticano, oggi comprendono circa il 49% delle riserve auree mondiali” [5]. Giunti a tal punto, ci siamo fatti un’idea più chiara del concetto d’equità e ingenti patrimoni che sfuggono al Fisco: è “facilissimo da cogliere mentalmente”, come asserisce Monti.
Non sarà, forse, che per salvaguardare la scuderia si voglia abbattere il cavallo zoppo? Anche il fiammeggiante purosangue rosso-Ferrari sogna di lasciare il nostro Paese. La “cura”, prima d’essere somministrata al malfermo paziente, necessiterà – probabilmente – del voto di fiducia in tempi brevi. Riflettori delle Borse puntati sulle nostre tasche: i mercati non lasciano alternativa. Lo spread non transige, i tecnocrati obbediscono – in particolar modo, quando l’obbedienza è stata loro inculcata quale ferrea disciplina gesuitica, unita alla tipica “asprezza del combattente”.
Note
[2] Marco Nese, Fassino, ma anche Rutelli, Dell’Utri e Monti tutti a scuola dai gesuiti. Compreso Castro, “Corriere della Sera”, 29 settembre 2005. Vedi anche: Fabrizio Caccia, Quelli del Massimo: si trova all’Eur la scuola dei campioni, ivi, 22 dicembre 2005.
[3] Orazio La Rocca, Il look di Papa Ratzinger – spuntano le scarpe Prada, “la Repubblica”, 5 novembre 2005.
[4] Il diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada) è un romanzo del 2003 di Lauren Weisberger (in Italia: traduzione di Roberta Corradin, Piemme, Casale Monferrato 2006). Sempre nel 2006 è uscito l’omonimo film diretto da David Frankel, interpretato da Meryl Streep e Anne Hathaway nel ruolo delle protagoniste.
[5] Monsignor Rafael Rodríguez Guillén, The Vatican’s finances, 2003, da pag. 37. Ved.: http:// wikicompany.org/ books/ Guillen_ The_ Vatican_ s_ Finances_ 2003_.pdf
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