Un’immagine di Trieste quando era Territorio Libero (TLT) [A quanto sembra, lo è ancora].
La Germania deve accettare il fatto di non esser stato l’unico membro ad aver sofferto sotto l’Unione europea.
Ho trascorso un weekend di sole splendente riscoprendo luoghi che non si vedon troppo spesso e parlando a lungo con i tedeschi (mio padre lo era). Uno di loro mi ha segnalato un libro scritto dall’ex presentatore di Money Programme Alan Watson, intitolato semplicemente The German. Scritto durante un anno o due, dopo la riunificazione tedesca, mostra tutto l’ottimismo di quel tempo.
Correttamente, prevedevano che una Germania unita sarebbe diventata la centrale elettrica d’Europa: tuttavia, il libro non fa una sola menzione all’unione monetaria – o anche solo all’idea di essa. Il 1992 è solo venti anni fa ed abbiamo avuto questi maledetti euro per questi dieci anni. Così, va da sè, a dimostrare quanto rapidamente gli egomaniaci abbiano realizzato un programma dell’Unione e di come – in tutta fretta – l’intero schema sia stato messo assieme.
Ma la cosa più significativa del libro è la riverenza che l’autore ha per la Costituzione tedesca e per la Legge fondamentale sancita e protetta dalla Corte di Karlsruhe. Nessun partito o leader politico oserebbe sfiorare la questione Karlsruhe – ha opinato – o cercar di cambiare qualcosa di fondamentale nella Costituzione [ciò che ha fatto invece l’Italia in gran silenzio all’ART.18 della Costituzione italiana].
I giorni dei politici sarebbero contati se ignorassero la legge o la modificassero per capriccio. Chiaramente, l’unica cosa che Watson non si aspettava è che un ex DDR apparatčik fosse un Cancelliere per ancora altri quindici anni oltre al politico più potente d’Europa. Un Osti che – nella sua adolescenza – fu organizzatore e responsabile della propaganda della linea dura dei Giovani Comunisti.
Angela Merkel ha già ignorato una delle regole di Karlsruhe sull’idea del MES (ESM), con queste parole: “È solo una Corte con un’opinione, mentre abbiamo un altro parere”. Questa è un’osservazione cavalleresca sulla BundesCourt, la quale è, in realtà, l’arbitro finale su tutte le questioni costituzionali in Germania.
La Corte ha anche emesso avvisi pubblici che la cessione della sovranità coinvolta nell’Unione Fiscale è vincolata dalla sua natura ad essere incostituzionale. Fino ad oggi lei ha ignorato anche questo e va avanti, pur accennando oscuramente a cambiamenti costituzionali in tempo per la prossima Conferenza Nazionale CDU.
Il suo compagno in questa materia è Wolfgang Schäuble che – dopo l’esperienza di Atene – anche lui è preoccupato per quello che la Germania potrebbe o non potrebbe essere entrando. Come abbiamo visto la scorsa settimana, il Piano B – un’uscita tedesca dall’euro – è stato completamente pianificato a Berlino.
Ma il cancelliere tedesco ritiene che questa sia l’ultima risorsa, con grande delusione dei suoi banchieri.
Si sospetta che una delle cose che l’UE trova molto attraente, è la sua casuale volontà di calpestare la democrazia e lo Stato di diritto. In ogni singola occasione che i cittadini dell’UE danno il loro verdetto su qualcosa, Bruxelles ne ignora il risultato.
Quando sembra in grado di aver un qualche tipo di “voce in capitolo”, Bruxelles li blocca.
A Bruxelles, voti che finiscono in “modo sbagliato”, vengono abitualmente definiti come “incidenti”.
La Banca centrale europea (BCE) sta ignorando le decisioni prese dai deputati democratici dal 2005. È il Presidente Mario Draghi: illegalmente subordinato agli obbligazionisti greci. Ha poi salvato la Grecia con inutili pezzi di carta creati “ad hoc” che tirò fuori al momento giusto.
Ma, dal suo punto di vista, Angela Merkel potrebbe esser giunta sulla scena politica tedesca proprio al momento giusto. Oggi, nel 2012 – per la prima volta dal Trattato di Versailles del 1919 – i tedeschi si fan duri.
Al momento, quando parli con i tedeschi (ho molti amici tedeschi), noti che è rimasto lo stesso risentimento di 3 anni fa. La Francia si sente quel senso di colpa circa il prezzo del sangue che seguitò per troppo tempo. Pochissime persone nella Bundesrepublik di oggi hanno qualcosa a che fare con le atrocità naziste. Disgustati di sovvenzionare uno standard di vita di gran lunga superiore rispetto a quel che merita la Francia, la media dei tedeschi ha del risentimento nel sborsar danaro vedendo ozio e corruzione. Anche gli inglesi sono, a loro volta, una nota dolente: sempre a raccontare barzellette sulla guerra ed il rifiuto di partecipare come buoni europei. Ed ora i greci: i Greci! Urlano a squarciagola ‘tedeschi nazisti’. A me sembra davvero tutto così ingiusto.
Ma, purtroppo, come argomenta piuttosto chiaramentee molto lucidamente il libro di Alan Watson, i sentimenti di risentimento tra i tedeschi sono – di solito – la prefazione di una grande difficoltà in Europa.
La verità è che la Germania ha bisogno di fermare questa autocommiserazione: proprio ora. Ha avuto l’euro (di fatto, un marchio a basso costo) per dieci anni di vacche grasse. Bene, ha fatto la maggior parte di questo e ha lavorato sodo: ma se gli inglesi sono ancora ossessionati con la guerra, lo sono anche i tedeschi con le loro ossessioni sull’inflazione Weimar.
Son quasi passati esattamente 200 anni da quando la Francia invase la Germania… Mentre i tedeschi hanno invaso la Francia per due volte nel secolo scorso. La Grecia non è stata solo invasa dalla Germania nel 1941: fu violentata. Ora viene chiesto non solo di subire un rigore spietato, ma anche di far una sola eccezione a quella difficile regola: il pagamento per intero per le forniture di armi tedesche. I tedeschi devono ricordare che gran parte dei punti – più o meno – dal primo giorno UE, contenevano: non la Francia, non la Gran Bretagna e, di sicuro, non il ClubMed.
A seguito del presunto veto, David Cameron creava un’Unione fiscale minore a 17 entro i 27 (e dove si trova nel Trattato di Lisbona?). Autorevoli esponenti politici tedeschi han fatto alcuni discorsi con pochi amici su “Ora l’Europa parla tedesco“, assieme allo sfogo abbastanza imperdonabile di Wolfgang Schäuble: “Vedrete la Gran Bretagna: alla fine, sarà costretta ad entrare nell’area dell’euro”. Come sempre, la Germania è il suo peggior nemico.
Questo Cancelliere Merkel sta giocando con questo senso di risentimento. È difficile negare. Il suo sproloquio ipocrita su “Tutti i debiti li pagherete in pieno” non è altro che mettersi in mostra: non ci sono abbastanza soldi sul pianeta per pagare i debiti europei, tra cui la Germania.
Ad un certo punto, mi sembrò fosse disposta a prender le banche e difendere i soldi dei contribuenti. Ora, non ne sono proprio così sicura. Come Hitler a Stalingrado, disegna nella sabbia delle linee impraticabili che sono uno spreco di tempo e risorse.
Potenza crescente di una Germania revanscista ed in riarmo, fa svanire la "sicurezza collettiva", riammettendo politiche dell'appeasement.
— Italia dei Dolori™ (@italiadeidolori) April 23, 2013
Nessun salvataggio. Nessuna ristrutturazione. Nessun ESFS. Nessun MES (ESM). Nessun MES (ESM) potenziato. Nessuna distensione dell’austerità.
Affermazioni che ricordano fin troppo le richieste senza volto nè cuore del comunismo dell’Est europeo.
Ironia della sorte, gli amici più grandi dell’Europa – al momento – sono i banchieri tedeschi a Francoforte e Der Spiegel. Loro – e solo loro – si oppongono ai piani di Merkel assurdamente costosi ed insensibili: i politici del Bundestag – al di là del FPD – sono sonnambulismo. Ordinari tedeschi che indulgono se stessi nelle fantasie di un Untermenschen latino e dei media scandalistici che si occupano di incoraggiarli in una visione di vita del cazzo.
Ma la semplice realtà resta proprio questa: l’Unione europea si sta trasformando in un altro fallimento per i folli seguaci del multiculturalismo…
"Razzismo" e "sessismo" sono armi d'assalto del multiculturalismo. Le sue grandi idee, come la lotta di classe, sono comuniste.
— Italia dei Dolori™ (@italiadeidolori) March 27, 2017
Solo che – questa volta – l’entità del disastro sta per essere finanziariamente e socialmente da capogiro.
Torniamocene a casa nostra.
Dr. Rath appello a Berlino 13-3-2012 [da vedere ed ascoltare!] – Questa EUROPA, PUZZA!
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Ottimo lavoro. Complimenti