Una gigantesca cassaforte nel bel mezzo dei ghiacciai. Siamo a circa mille chilometri dal Polo Nord, precisamente nelle isole Svalbard (in Norvegia) e le risorse conservate in questo magazzino sono tra le più preziose del mondo. No niente pietre rare o diamanti, si tratta di semi di riso, grano, fagioli, sorgo, melanzane, patate.
Ben 268 mila campioni di sementi blindati e conservati a 18 gradi sotto zero, per garantire la loro sopravvivenza anche in caso di guerra o cataclisma. A questa temperatura – assicurano gli esperti – le sementi potranno sopravvivere per migliaia di anni (alcuni anche 20 mila). Ma in caso di disastro nucleare o climatico, non saranno le sole risorse capaci di “sfamare” i sopravvissuti, in ciascun Paese esiste una banca nazionale dei semi.
In Italia si trova a Bari.
Il progetto del Svalbard Global Seed Vault, promosso e finanziato dal governo norvegese, è sostenuto dal Gruppo consultivo per la ricerca nel campo agricolo e dalla Fao.
Pensate forse che facciano tutto questo per il bene dell’umanità? Avrei dei forti dubbi.
IL MONOPOLIO DELLA FINE DEL MONDO
NELL’ISOLA NORVEGESE DI SPITSBERGEN, ultima fermata prima del Polo Nord nell’arcipelago delle Svalbard, sta prendendo forma un progetto che fa perdere il sonno agli ufologi e inquieta anche molte altre coscienze. Un bunker a prova di attacco nucleare, scavato nella roccia e inaccessibile come un castello medievale, promette di conservare i semi di tutte le varietà di piante del mondo. Nel progetto “Svalbard Global Seed Vault” (anche chiamato Banca dell’Apocalisse) sta investendo un gruppetto di soliti noti:
la fondazione Rockefeller, la Monsanto, la fondazione Syngenta, la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la multinazionale chimica DuPont, il governo norvegese e la Fondazione Bill e Melinda Gates, che contribuisce con trenta milioni di dollari l’anno.
La costruzione, dicono le agenzie, è quasi completata, ma il gruppo che finanzia il progetto fa pensare che la raccolta non sia per fini filantropici:
Aldo Gonzales, dell’Unione delle Organizzazioni della Serra Juarez in Messico, che da anni si oppone all’invasione degli Ogm nelle coltivazioni di mais messicane, non ha dubbi che lo scopo sia monopolizzare le biodiversità.
I governi stanno iniziando a requisire orti e giardini e molto presto la Risoluzione toccherà i Paesi europei e l’Italia. Per fermare questo, le persone devono andare alla radice del problema, ai codici di esecuzione stessi: non sono “NUOVI” e sono internazionali e grossolanamente incostituzionali. E perché non dirlo? Essi fanno parte di Agenda 21, la risoluzione di stampo socialista che intende porre fine ai diritti di proprietà e orientare la massa a lavorare gratis negli Orti Collettivi: il Piano antiumano di Decrescita Felice.
Svejateve!
Aiuta ad essere sospettosi anche una notizia che ha preceduto di un mese la pubblicazione degli articoli sul caveau norvegese:
a gennaio di quest’anno la metà circa degli ottantamila semi di piante in via d’estinzione provenienti da tutto il mondo e conservati nell’ Istituto del Germoplasma di Bari, sono andati perduti per un aumento di temperatura. Le indagini della magistratura sono in corso.
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