Antonio Bassi – Questa è la mia seconda lettera aperta a Paolo Barnard, che non conosco personalmente e con cui non sono in contatto ma che continuo a stimare come giornalista e professionista in genere. Nella mia prima lettera, lo criticavo non nel contenuto del suo lavoro, grandioso, ma nel modus operandi della sua iniziativa di diffusione della MMT in Italia. In seguito, lo ho criticato per il suo essere poco “politically correct” e approfitto per scusarmi con lui di questo, in quanto allora non avevo ancora profondamente capito quanto pecore fossero gli Italiani e quanto si meritassero tutti gli appellativi da lui usati nei loro confronti.
Detto questo, torno a ribadire la necessità che Paolo Barnard non abbandoni la sua maratona al quarantesimo chilometro e proceda al passo successivo e di ben più difficile realizzazione che consiste nel portare il suo lavoro direttamente alla gente. Quello che le élites di potere (o il Vero Potere) temono è la consapevolezza della gente, per questo usano la tecnologia più avanzata per mantenere la massa inconsapevole e insofferente. Ci sono migliaia, forse decine di migliaia di persone o forse più, che stimano Barnard e seguono il suo lavoro, che potrebbero aiutarlo a creare non un movimento, non una lista, non un partito, ma semplicemente un gruppo compatto ed eterogeneo che si proponga di diffondere con ogni mezzo la verità sull’EU e le soluzioni per uscirne (il Programma ME-MMT di Salvezza Economica per il Paese) e di informare la gente non attraverso i blog ma faccia a faccia con le parole.
Io sogno la creazione di un gruppo di persone, magari riuniti e ufficialmente riconosciuti in una “Federcittadini”, che insieme sfidi gli organi di potere attraverso la diffusione di informazioni nelle strade, nelle piazze, nelle scuole e attraverso class actions e denunce, come fanno in altri paesi (si veda il Council of Canadians). Denunciare le istituzioni come singolo cittadino, nel sistema corrotto in cui viviamo, serve a ben poco e Barnard è il primo a saperlo; ma se, in un mondo virtuale, fosse una organizzazione come la CGIL, sostenuta da migliaia di iscritti ed ufficialmente riconosciuta dalla legge, a denunciare una istituzione… I risultati ci sarebbero eccome. Il Council of Canadians li ottiene.
Nell’era della trasformazione della politica da reale a virtuale, degli esperimenti di controllo mentale di massa tramite il web e i blog, di rarefazione dei rapporti e degli interscambi umani, c’è bisogno di fermarsi a riflettere e fare un passo indietro: dobbiamo tornare a parlare l’un con l’altro e ritrovare la consapevolezza di esseri umani liberi.
Credo fermamente che sia necessario abbandonare la falsa speranza che qualche politico si faccia portatore di giustizia e verita’ e sia necessario che i cittadini si riprendano la sovranità con le loro stesse mani.
Pertanto invito Paolo Barnard e la ristretta cerchia dei suoi, che hanno la conoscenza, la preparazione e l’entusiasmo giusti, a farsi promotori di una simile iniziativa, che a mio modesto parere avrebbe un seguito travolgente ed un effetto dirompente. Io non posso farlo ma Paolo Barnard può.
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Rispondo a Barnard sul mio blog
http://antoniobassi.wordpress.com/2013/01/12/non-credo-di-essere-stato-chiaro/
Altor, Ale, Patrizia… Grazie . Se bastassero le parole… Scusatemi per la mia assenza ma in questo momento devo dedicare le mie energie altrove, pur continuando a scrivere. Seguitemi qui e anche sulla mia lavagna
http://antoniobassi.wordpress.com/
Risposta di Paolo Barnard
https://twitter.com/paolobarnard/status/290113798059216897
(Solo una frase caro Antonio: Gesù da pane a chi non ha denti!! ps: è un piacere rileggerti!)
Mi associo similmente ad Antonio Bassi…!