In questa afosa mattina di luglio, inizio così: condividendo su Twitter un articolo tratto da DAGOSPIA che per molti appare insignificante, addirittura da non prendere in considerazione. Ma non è proprio così che funziona.
In Grecia, nessuno acquista gli immobili date le loro supertasse. Fin qui, “tutto nella norma“, penserete. Non più tardi di ieri, ho scritto un articolo sull’impero romano ed ho illustrato le politiche in atto portate avanti da questi criminali. Probabilmente, in pochi si stanno chiedendo “perché la Grecia” e – sempre troppo scarsamente – sapranno rispondere. Ma andiamo per gradi.
Anche il più negazionista dei negazionisti inizia con l’accorgersi che – non solo nell’aria – c’è qualcosa che non va: ma cosa? Liti tra politicanti di basso fregio tengono con il fiato sospeso a suon di telenovela quelli che ancora credono al burattino rosso o a quello nero, alla destra piuttosto che alla sinistra, ad una falsa promessa piuttosto che all’altra. Ma si, solita storia… Chi, per contro invece, cerca di scostarsi da questi teatranti da quattro soldi, inizia a pensare e ad informarsi: magari scoprendo che Oriana Fallaci con Eurabia, aveva profetizzato tutto questo già anni orsono (pur raccontando mezze verità per rifilare una grande bugia).
da uno stralcio della Fallaci
Punto numero uno… l’immigrazione, il Cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia.
Punto numero due… Non credo nella fandonia del cosiddetto pluriculturalismo. E ancor meno credo nella falsità chiamata Integrazione. Gli immigrati mussulmani materializzano così bene l’avvertimento che nel 1974 ci rivolse all’ONU il loro leader algerino Boumedienne.
«Presto irromperemo nell’emisfero Nord. E non vi irromperemo da amici, no. Vi irromperemo per conquistarvi. E vi conquisteremo popolando i vostri territori coi nostri figli. Sarà il ventre delle nostre donne a darci la vittoria.»
Punto numero tre… Soprattutto non credo alla frode dell’Islam Moderato. E continuerò a ripetere: «Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere»”.
E’ in atto una crociata all’inverso e l’Europa esperisce concretamente tutto ciò iniziando proprio dalla Grecia perché questa non appartiene alla civiltà occidentale, ma è stata la patria della civiltà classica che – dell’occidentale – è stata un’importante antenata. Nella loro storica opposizione ai turchi (stiamo assistendo alle rivolte civili della Turchia proprio in questi ultimi tempi), i greci si sono sempre considerati gli “Alfieri del Cristianesimo” (vedi, tagli ai preti greco-ortodossi). Diversamente da serbi, rumeni o bulgari, la loro storia è stata intimamente legata a quella dell’occidente.
Al tempo stesso, tuttavia, la Grecia rappresenta un’anomalia: l’OUTSIDER ortodosso delle organizzazioni occidentali.
Grecia: la troika impone di tagliare gli stipendi ai preti greco-ortodossihttp://t.co/BPUAD7KeE3#sapevatelo #history #Greece
— Italia dei Dolori™ (@italiadeidolori) July 18, 2013
La sua partecipazione all’UE e alla NATO, è sempre stata caratterizzata da una certa difficoltà ad adattarsi ai principi ed ai criteri operativi d’entrambe gli organismi. Da metà anni ’60 e metà anni ’70, la Grecia fu governata da una giunta militare e non poté entrare a far parte della Comunità europea fino a quando non passò alla democrazia.
I suoi leader danno spesso l’impressione di mettercela tutta per distaccarsi dalle norme di condotta occidentali e contrapporsi ai governi dell’occidente. Il più povero tra i membri dell’UE e della NATO ha spesso perseguito politiche economiche che sembravano voler irridere le direttive di Bruxelles. Il comportamento tenuto durante il proprio turno di presidenza del Consiglio europeo del 1994, portò gli altri stati membri all’esasperazione e – in privato – certi funzionari europei occidentali definiscono esplicitamente un errore la sua ammissione all’organizzazione.
L'epoca post-Guerra fredda
Riguardo ai conflitti esplosi nell’ex Jugoslavia – che ricordo molto bene, vivendo in zona confinaria – la Grecia prese le distanze dalle scelte politiche delle principali potenze occidentali e sostenne attivamente i serbi, in flagrante violazione delle sanzioni adottate dall’ONU contro questi ultimi.
Con il crollo dell’Unione Sovietica e la fine della minaccia comunista, la Grecia ha sviluppato una comunanza d’interessi con la Russia contro il nemico comune, la Turchia.
Ha permesso una nutrita presenza di russi nella Cipro di parte greca ed in virtù della “loro comune religione ortodossa orientale“, i ciprioti greci hanno accolto a braccia aperte sull’isola, sia i russi sia i serbi. Forse adesso, molti comprenderanno il “perché” del prelievo forzoso a Cipro.
Nel 1995, a Cipro, operavano circa 2000 imprese russe e venivano stampati giornali russi e serbo-croati, mentre il governo greco-cipriota acquistava dai russi grandi quantitativi di armi.
La Grecia ha anche studiato insieme alla Russia, la possibilità di far giungere il petrolio dal Caucaso e dall’Asia centrale fino al Mediterraneo, attraverso un oleodotto bulgaro-greco che aggiri la Turchia ed altri paesi musulmani.
Nel complesso, gli indirizzi di politica estera di Atene, hanno assunto un orientamento marcatamente ortodosso.
Formalmente, la Grecia resterà senza dubbio un membro della NATO e dell’UE.
Via via che il processo di reidentificazione culturale acquisirà forza, tuttavia, la sua partecipazione a tali organismi, diverrà sicuramente più inconsistente e marginale, nonché sempre più problematica per le parti interessate.
Il rivale dell’URSS della Guerra fredda va trasformandosi, nell’epoca post-Guerra fredda, in un alleato della Russia.
Termino qui questo articolo, già sapendo che saranno davvero in pochi a leggerlo e che si continuerà solo ad immaginare le cose senza averne conoscenza diretta. D’altronde,
“La scienza occidentale è analisi e dispersione, la conoscenza orientale è sintesi e concentrazione“.
L’occidente conquistò il mondo non grazie alla forza delle proprie idee, dei propri valori o della propria religione, ma in virtù della propria capacità di scatenare violenza organizzata.
Gli occidentali dimenticano spesso tale circostanza; i non occidentali non la dimenticano mai.
Avremo occasione di riparlarne. Forse.
FILM: 11 Settembre 1683 (il primo e vero)
SINOSSI
Sono comandati dal Gran Visir Kara Mustafa, al quale il Sultano di Istanbul ha affidato il vessillo del Profeta: lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al Profeta Maometto in persona.
Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d’Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della Cristianità.
L’apparizione di una cometa luminosa nei cieli, viene interpretata come un segno di Allah che promette una gloriosa vittoria dell’Islam e la sottomissione dell’Europa cristiana.
I cavalli arabi si abbevereranno presto alle fontane di Piazza San Pietro.
Nonostante due mesi di resistenza eroica, il destino di Vienna sembra segnato: colpi di cannone dell’esercito turco hanno fatto breccia nelle mura in diversi punti, aprendo la via per una rapida incursione della cavalleria tartara affiancata ai giannizzeri del Visir.
Le sortite sono sempre più feroci e frequenti.
L’11 settembre – alle prime luci dell’alba – un monaco cappuccino tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane.
Il suo nome è Marco da Aviano, nato in Friuli nel 1631 da una nobile stirpe. E’ il consigliere e la guida spirituale dell’Imperatore Asburgico Leopoldo I.
La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto, con risultati alterni per le due parti, in un gioco strategico di avanzate e ritirate, finchè la Lega Santa, guidata da Re Polacco Jan III Sobieski conduce l’assalto finale che sbaraglia le truppe ottomane e l’ultima resistenza dell’accampamento nemico: venticinquemila tende tra le quali troneggia il padiglione verde dello stesso Kara Mustafa.
Durante l’intera battaglia la figura di Marco da Aviano si staglia nel cielo in cima alla collina tenendo tra le mani il crocefisso, sollevato al cielo.
Qualche giorno più tardi, Marco in persona porterà lo stendardo di Maometto a Roma e lo consegnerà nelle mani di Papa Innocenzo XI.
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