Nel 2006, in Italia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il “Comitato Nazionale per la Bioetica” si riunisce in seduta Plenaria, approvando all’unanimitĆ il testo inerente i “profili critici delle nanotecnologie” unitamente ai pericoli che le nanoscienze comportano, mettendo in luce le Ā«numerose e spinose questioni bioeticheĀ».
Attualmente, che fine hanno fatto questi valori inalienabili? Dove sono finiti tutti questi difensori della vita umana? Non lo sappiamo. Al contrario, ciĆ² che sappiamo, ĆØ il bisogno estremo di adottare un “atto di difesa“; ora necessario avverso questi orrori eugenetici galoppanti che odorano di morte: prima o poi, ognuno sarĆ costretto ad applicarlo, individualmente e/o per la propria famiglia.
Per l’occasione, solo per farsene una ragione, inseriamo uno stralcio del documento – a quel tempo votato all’unanimitĆ – nel quale veniva trattata la questione su “biosorveglianza e privacy“.
Ā«Per la vostra salute: come ĆØ vero anche il contrarioĀ»
SarĆ buona norma tenere bene a mente questa citazione
Ā«Si ĆØ giĆ ricordato che uno degli impieghi piĆ¹ promettenti delle nanobiotecnologie in medicina riguarderebbe la possibilitĆ di prevenire lāinsorgere di malattie attraverso laboratori cibernetici miniaturizzati (lab on a-chip technology). GiĆ s’impiegano nell’uomo, per ora solo sperimentalmente, nanosfere a scopo diagnostico. Si pensa anche che questi chip renderebbero piĆ¹ semplici e immediati i test genetici. Ognuno potrebbe tenere se stesso sotto un continuo e costante controllo medico.
Nanoparticelle potrebbero essere utilizzate anche come supporto di rilascio di medicinali mirati ad annientare o riparare singole cellule. Materiali di dimensioni nanometriche possono costituire il substrato in cui virus o molecole di DNA possono essere incapsulate oppure ordinate. L’interazione di queste biomolecole con nanoparticelle, nanotubi o la superficie nanometrica possono servire per riconoscere proteine specifiche o virus, oltre a poter veicolare le molecole fino al bersaglio. Gli straordinari vantaggi di queste tecniche, nella prevenzione e nella cura mirata, lasciano ipotizzare la possibilitĆ di eliminare, essenzialmente mediante la prevenzione, lāincidenza di malattie mortali, come il tumore, nellāarco della presente generazione.
CāĆØ, perĆ², da prendere in esame il problema complesso dellāenorme pressione psicologia che questo potenziale monitoraggio di se stessi potrebbe determinare. Ć tollerabile lāidea di essere continuamente sotto osservazione? Come e da chi andrĆ gestita questa massa di notizie? Come inciderĆ sul rapporto tra salute e malattia? Come continuare a garantire la riservatezza dei dati sensibili?
La stessa tecnologia con cui si immettono nellāorganismo āDNA chipsā per effettuare screening medici o per rilasciare farmaci consente di fabbricare nanosensori, nanocamere e nanomicrofoni. Un controllo telemetrico funzionale e mobile con sensori e congegni in vivo potrebbe servire tanto a scopo diagnostico quanto a scopo politico per arrivare ad un controllo integrale dellāintera popolazione senza che questa possa (neppure minimamente) rendersene conto.
Si fa notare che tutto ciĆ² ĆØ giĆ possibile senza far ricorso alle nanobiotecnologie. Esistono le c.d. smart tags, basate sulla tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), che sono attualmente impiegate per controllare gli accessi nelle biglietterie o nei trasporti. Si tratta di oggetti molto piĆ¹ piccoli di un decimo di millimetro e quindi assolutamente invisibili. Non vi ĆØ nessuna difficoltĆ tecnologica nel ridurne ancora le dimensioni e nellāampliarne le funzioni per controllare, integralmente e inavvertitamente, ogni aspetto della vita privata.
Le nanotecnologie potrebbero aumentare questo rischio, perchƩ sarebbe estremamente difficile impedire che lo stesso nanochip che serve al rilascio di un farmaco sia anche programmato per altre funzioni. Si tratta di scenari avveniristici, ma tecnologicamente possibili.
CāĆØ chi si spinge ancora oltre e ipotizza lāideazione di nanochip in grado di condizionare a distanza il sistema nervoso. Lo stesso meccanismo che consente di superare le barriere cerebrali per interagire con specifiche molecole o per il rilascio di un farmaco potrebbe essere utilizzato, magari attraverso lāautorizzazione di un giudice, per reprimere certi impulsi violenti o per controllare certe forme di perversione sessuale.
Su questo problema ancora Crichton aveva scritto, molto tempo fa e senza ancora pensare alle nanobiotecnologie, un altro romanzo, “Il terminale uomo” (The Terminal Man) in cui ipotizzava lāutilizzazione di un sistema di elettrodi per controllare a distanza le crisi di violenza omicida scatenate da una strana forma di epilessia. NellāIntroduzione Crichton riportava le affermazioni di James V. McConnell dellāUniversitĆ di Michigan:
āSentite, noi queste cose possiamo farle. Possiamo controllare il comportamento. Ma chi dovrĆ decidere ciĆ² che bisogna fare? Se non vi sbrigate a farlo e a dirmi cosa dovrei fare, lo deciderĆ² io anche per conto vostro. E allora sarĆ troppo tardiā
Non dobbiamo trasformare le ipotesi romanzesche in problemi bioetici, tuttavia non si puĆ² neppure ignorare che il problema del controllo e dellāeventuale condizionamento a distanza diventa estremamente attuale sia per effetto delle misure di identificazione e accertamento, sempre piĆ¹ invasive e sempre piĆ¹ sofisticate, della biometria e sia per effetto dellāestrema miniaturizzazione dei possibili strumenti di monitoraggio.
Se il braccialetto elettronico ĆØ ritenuto uno strumento legittimo per controllare i soggetti in libertĆ vigilata, cosa impedirebbe di utilizzare le ben piĆ¹ raffinate e sicure nanotecnologie? Se viene invocata la castrazione chimica per impedire il compimento di determinati reati sessuali, perchĆ© non pretendere, se la tecnologia fosse disponibile, lāinibizione attraverso nano-chip di qualsiasi comportamento violento?
Anche se si tratta mere ipotesi, se non di suggestioni romanzesche, appare indifferibile una riflessione sui limiti etici della biosorveglianza, sui rapporti tra libertĆ e sicurezza: quando il controllo diventa condizionamento e quando il condizionamento violazione dellāintegritĆ personale?Ā»
In buona sostanza, le nanotecnologie pongono un dilemma classico per la societĆ moderna: sfruttarne il potenziale e andare avanti a tutta velocitĆ o eseguire prima le necessarie valutazioni sui rischi di tale tecnologia.
La differenza con le tecnologie precedenti ĆØ che la nanotecnologia puĆ² influenzare tutti gli aspetti della vita umana e un errore di questa portata potrebbe essere irreversibile.
Una cosa ĆØ certa: per realizzare il suo potenziale, vi ĆØ necessitĆ di un “rinascimento” della scienza e dell’istruzione (ma questo “rinascimento” puĆ² diventare potenzialmente un vero e proprio pericolo; ovverosia, il pericolo nasce quando la “scienza” si trasforma in metascienza, scortata da specifiche filosofie gnostiche miranti la “perfezione della razza” o la perfezione genetica, riducendo ogni cosa alla stregua di una mera “attivitĆ sociale“).
Un tale “rinascimento” puĆ² verificarsi ed attecchire solo attraverso la manipolazione del politico, ovvero mediante una “‘apertura della mente in politica” (Open Society): fenomeno assolutamente osservabile nel tempo presente, un tempo costituito da giornate sequenziali che – step by step – stanno accompagnando le masse verso un baratro giĆ visto, giĆ registrato dalla Storia: l’abisso dell’obbligo e della dittatura che, potenzialmente, conduce inderogabilmente al genocidio di massa.
Tutta la complessa questione verrĆ tradotta necessariamente – e con massima attenzione – in “sviluppo sostenibile“, un termine antiumano con il quale rendere possibile lo sdoganamento di nuovi metodi e nuovi protocolli al fine di accettare tutti questi nanomateriali – grafene incluso – unitamente ai loro potenziali effetti negativi.
In ultima analisi, sarĆ bene tenere a mente che “nano” rappresenta una societĆ di creativi gnostici associati – volgarmente detta “comunitĆ scientifica” – una congrega che risponde sempre “Sissignore!“, preludendo alla conclusione del protezionismo ambientale, animale e umano.
SAGGISTICA CONSIGLIATA, CdUCdD
La nanotecnologia espanderĆ il suo potere nefasto in modo verticale ed un tale “potere” consentirĆ un dominionismo unico nel suo genere dopo aver predisposto una data serie di avvenimenti apocalittici, di messianismo apocalittico, quali la fantapandemia ed il fantasurriscaldamento globale.
Questo disegno ĆØ parte di una promessa inquietante ma reale, resa molti decenni orsono: ora, per gli apostati gnostici, ĆØ tempo di raccolta.
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Buonasera, quello che sta avvenendo sembra inarrestabile per una certa forma di sopismo, almeno qui in Italia, da parte della popolazione che non si fa scrupolo di accettare tutto quello che viene propinato, senza il minimo dubbio verso la liceitĆ e bontĆ delle imposizioni che ci infliggono. E allora mi chiedo e le chiedo se ĆØ ancora plausibile pensare di lottare qui in Italia contro tutto e tutti( i miei amici o parenti ad esempio) oppure, visto che si tratta di resistere piĆ¹ tempo possibile, espatriare verso
stati abitati da popoli piĆ¹ coscienti? Io personalmente non ho paura di lottare e morire per quello in cui credo ma penso che cederei di fronte al dolore che potranno subire i miei figli, solo per loro desidero un futuro migliore. In piĆ¹ i nostri figli sono il nostro comune futuro che ĆØ da preservare a tutti i costi, che ne pensa a riguardo? Grazie
Credo che ognuno abbia il dovere di restare nel proprio paese affrontando il Male come puĆ², senza la vigliaccheria di fuggire. Proprio per poter dare ai propri figli un futuro migliore.