La “crisi” che alcuni paesi mediterranei stanno vivendo – Grecia (in modo particolare), Portogallo, Spagna, Italia e Irlanda è stata attribuita ad un’eccessiva spesa pubblica, che si pensa abbia creato un alto deficit e un esuberante debito pubblico, ostacoli che rendono seriamente difficile, il suo recupero economico. Da qui le ricette che il FMI, la BCE ed il Consiglio Europeo hanno imposto a quei paesi: bisogna stringere la cinghia e ridurre il deficit ed il debito pubblico in modo radicale.
Vicenç Navarro [http://www.voltairenet.org/article165469.html] – E’ sorprendente che questa spiegazione abbia raggiunto le dimensioni di dogma, che è riprodotta sulla base della fede (l’onnipresente dogma liberale) e non da prove empiriche. In realtà, dimostra quanto profondamente sbagliata, è una tale spiegazione della crisi. Vediamo i dati.
Tutti questi paesi hanno spese pubbliche (includendo la spesa pubblica sociale) più basse che la UE-15, il gruppo dei paesi più ricchi dell’UE, al quale appartengono. Da ovunque si guardi (sia come spesa pubblica che come percentuale del PIL, sia come spesa pubblica pro capite, sia come percentuale della popolazione adulta che lavorano nel settore pubblico), tutti questi paesi sono in coda all’UE-15. Il loro settore pubblico è sottosviluppato. Il loro stato sociale, per esempio, si trova tra i meno sviluppati nell’UE-15.
Una causa di questa povertà del settore pubblico è che, dalla Seconda Guerra Mondiale, questi paesi sono stati governati, la maggior parte del periodo, da partiti profondamente conservatori, in Stati con scarsa sensibilità sociale. Tutti loro hanno dei sistemi di riscossione delle tasse scarsamente avanzati, con un carico fiscale minore rispetto la media dell’UE-15 e con un enorme frode fiscale (che oscilla tra il 20 ed il 25% del loro PIL).
Sono Stati che, oltre ad avere una scarsa sensibilità sociale, hanno scarso effetto redistributivo, quindi sono quelli che hanno maggiori disuguaglianze delle tasse nell’UE-15, disuguaglianze che sono state accentuate da politiche liberali perseguite dai loro governi.
Di conseguenza, il potere d’acquisto delle masse è stato notevolmente ridotto, creando un’economia basata sull credito che, nel collassare, ha causato un enorme problema di scarsità della domanda, causa della recessione economica.
E’ questo tipo di Stato che spiega come, nonostante il suo debito pubblico non sia gigantesco (come, in modo sbagliato, si presenta il caso della Grecia nei media, il cui debito è simile alla media dei paesi della OCDE), sorgano dubbi sul fatto che tali Stati possano arrivare a pagare il loro debito, conseguenza della loro limitata capacità di riscossione. Il loro deficit si deve, non all’aumento eccessivo della spesa pubblica, ma alla diminuzione delle entrate dello Stato, risultato dalla diminuzione dell’attività economica e della sua comprovata inefficienza per ottenere un aumento delle entrate, a causa della resistenza dei poteri economici e finanziari.
D’altra parte, la mancanza di credito si deve all’eccessivo potere del capitale finanziario e della sua influenza nell’UE e dei suoi Stati membri. E’ stata la banca quella che, con i suoi comportamenti speculativi, ha creato la bolla che, nell’esplodere, ha causato gli enormi problemi della mancanza di credito. E adesso sta creando una nuova bolla: quella del debito pubblico.
La sua eccessiva influenza sul Consiglio d’Europa, la Commissione Europea e la BCE (quest’ultima mero strumento della banca) spiega gli enormi aiuti ai banchieri e azionisti, che stanno creando enormi guadagni. Trovano abbondantemente denaro nella BCE a bassissimi interessi (1%), con i quali acquistano buoni pubblici, che offrono un profitto da un 7 ad un 10%, aiutati dalle loro agenzie di rating (che non hanno nessuna credibilità, avendo definito varie banche come entità con elevata salute finanziaria giorni prima che collassassero) che qualificano negativamente i buoni pubblici per ottenere maggiori interessi.
Si aggiungano a questo gli hedge founds, fondi ad alto rischio, che stanno speculando affinchè crolli l’euro e che hanno la loro base in Europa, nei centri finanziari di Londra, la City, chiamata la “Wall Street Guantanamo”, perché la sua mancanza di supervisione pubblica è anche minore (che già dice tutto) rispetto a quella del centro finanziario degli USA.
Come ben ha detto Josef Stiglitz, con tutti i fondi spesi per aiutare banchieri e azionisti potrebbero aver creato le banche pubbliche che avrebbero già risolto il problema del credito che si sta vivendo.
In realtà, è necessario e urgente ridurre il sovradimensionato settore finanziario nel mondo, dato che per il suo eccessivo sviluppo sta danneggiando l’economia reale. Mentre la banca sta chiedendo alle classi popolari di “stringere la cinghia”, tali istituzioni non hanno nemmeno una cintura. Due anni dopo aver causato la crisi, rimangono ancora con la stessa mancanza di controllo e di regolamentazione che ha provocato la Grande Recessione.
Il maggior problema oggi nell’UE non è l’elevato deficit o debito (come dice la banca), ma la scarsa crescita economica e l’aumento della disoccupazione. Questo esige politiche di stimolo economico e crescita di impiego in tutta l’UE (ed in modo particolare nei paesi elencati in questo articolo).
Non ci sono state crisi di queste proporzioni durante il XX secolo senza che ci sia stata una crescita importante della spesa pubblica e del debito pubblico, che è stato ammortizzato nel corso degli anni in base alla crescita economica.
Gli USA hanno pagato il loro debito che ha permesso loro di uscire dalla Grande Depressione, in 30 anni della sua crescita.
L’ostacolo maggiore perché questo avvenga nell’ UE è il dominio del pensiero liberale nell’establishment politico e mediatico europeo, che impone politiche che sono inefficienti, oltre che inutili. E tutto questo per assicurare i benefici alla banca.
E’ così chiaro.
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