DioniDream – I telegiornali e la stampa riprendono sempre solo pochi concetti di quelli che in un’ora vengono espressi da qualsiasi leader politico in comizio. I principali si dice.
Già, ma chi decide quali sono i concetti principali?
E’ il caso di Mario Monti, discorsi densi, tecnici, non facili da seguire. Ma in un’ora di discorso potete immaginare quante cose dica al di là di quelle riprese dai media: “guerra contro l’evasione fiscale”, “trovata la soluzione per l’Ilva”, “stiamo uscendo dalla crisi”, “spero che chi mi succederà continui le politiche che il nostro governo ha cominciato ad attuare” sono alcuni titoli usciti in questi giorni. Bene, già questi sono tanti come concetti ma come potete immaginare bastano pochi minuti per esprimerli.
Per voi lettori liberi ecco in esclusiva le riprese dal vivo di alcuni passaggi di un discorso di Monti. Passaggi assolutamente trascurati dalla stampa. Quali sarebbero potuti essere? i titoli? “Monti: dobbiamo cedere la sovranità a un unico organo mondiale”, “Monti: le regole del mercato hanno reso desueti i concetti di sovranità nazionali”, “I bilanci degli stati devono prima essere approvati a livello europeo”.
In questo primo video potete ascoltare direttamente Mario Monti che in maniera chiara spiega come sia a favore di un processo di centralizzazione del controllo verso un unico organo centrale europeo. Aggiunge che il concetto di sovranità nazionale, per quanto caro ai più, sia ormai un concetto desueto e superato dalle regole dei mercati. Dobbiamo seguire queste logiche, continua Monti, e possibilmente avvicinarci verso un unico centro di controllo mondiale.
Mario Monti a favore della cessione di sovranita’
In questo secondo video invece Monti spiega come già un importante passo verso il controllo centrale sia stato fatto: i bilanci degli stati devono prima venir approvati a livelle europeo e poi dai parlamenti nazionali.
Mario Monti e il controllo centrale
Notizie direi importanti, forti. Totalmente assenti sulla stampa. E la fonte come potete vedere è assolutamente certa e senza dubbi di interpretazione.
Due punti di vista a confronto. Alcuni montiani sostengono che se l’unificazione europea passasse attraverso un reciproco condono di debiti tra gli stati membri dove gli sforzi di rinuncia degli stati creditori si bilanciassero con i sacrifici di austerity degli stati beneficianti il condono, forse potrebbero mettersi le basi per la costruzione di un sistema economico più virtuoso. Un mezzo reset a partire dal quale ricostruire logiche economiche più equilibrate e solide.
I detrattori sostengono però che questo processo sta avvenendo a scapito dei piccoli medi imprenditori, l’ossatura ramificata del nostro Paese, l’ultimo baluardo della nostra libertà. La distruzione della classe media porterebbe all’ampliarsi della forbice sociale: pochi ricchi manager e tanti sottopagati esecutori. Se è vero che i modelli economici su carta funzionano bene, non è altrettanto vero che la qualità della vita reale ne benefici, anzi. L’uomo ha sempre lavorato per migliorare la propria condizione di vita, ricerca e innovazione sono sempre state mosse dal desiderio di semplificare la vita e poter beneficiare di tempo libero, salute ed energie per dedicarsi a se stesso, alla propria evoluzione personale e relazionale. E’ paradossale che oggi, quando la tecnologia potrebbe aiutarci a lavorare tutti meno e vivere tutti meglio, stiamo scoprendo di essere meno liberi che nell’immediato dopoguerra.
La storia ci narra dei sui corsi e ricorsi e delle variabili impreviste che sono sempre state il sale del cammino dell’umanità. Forse che anche questa volta l’essere umano ci stupirà scardinando quei modelli economici studiati nelle università e che tanto oggi ci soffocano? Siamo qui per vederlo, per viverlo.
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La sfacciataggine di Monti ha superato livelli toccati da altri capi di Stato nelle loro dichiarazioni anche piú spavalde. Lo fa con una retorica dovuta ad un VERO eletto capo di Stato senza alcuna udibile oltranza contro lo Stato stesso riducendo il tutto ad un meeting di un qualsiasi CEO che delibera le direttive delle sue visioni che la Compagnia dovrà seguire in futuro. Uno Stato ridotto a una compagnia per azioni i cui azionisti non hanno diritto al voto? Può succedere in casi estremi di risanamento ma gli azionisti, anche se con una perdita, possono abbandonare la nave e a deporre i loro assetti in altre venture. Ma l’azionista di uno Stato é il cittadino e quindi non può come tale facilmente abbandonare il suo Stato (compagnia) per un’altro e per di piú deve vedere i suoi risparmi e la Sovranità della sua nazione svenduta senza alcun ricorso, neanche quello del voto. In altre parole, un azionista ha piú diritti in una compagnia che un cittadino in uno Stato! Domanda, in una Democrazia la Sovranità a chi appartiene allo Stato o ai suoi dirigenti? La Costituzione risponde ponendo la Sovranità in tutti i cittadini e non nelle mani dei pochi eletti!!
Mi sembra più che chiaro.