L’operazione di salvataggio di Cipro ha lasciato un sacco di gente a grattarsi il capo, circa il pensiero dei leader europei in tutta questa storia.
Come parte del piano di “salvataggio” delle banche cipriote, i titolari dei depositi in quelle banche saranno sottoposti a un esproprio immediato di una certa percentuale relativamente i loro risparmi: l’importo esatto è ancora in fase di elaborazione (inizialmente, era del 6,5% su saldi inferiori a €100.000 euro e del 9,9% per quelli superiori a €100.000.) Il governo sta inquadrando questo taglio sui depositi con dicitura di “tassa”, ma in realtà questo lo definirei un furto.
La maggioranza dei molti osservatori di mercato sono preoccupati per questi precedenti. Dopotutto, chi o cosa potrebbe fermare i leader della UE nel decidere di fare – la prossima volta – la stessa cosa con un sistema bancario di uno Stato membro più grande dell’eurozona – ad esempio l’Italia – che abbia bisogno di un “piano di salvataggio” (queste definizioni bibliche fanno rabbrividire, ndr)?
Coloro che sono coinvolti nella realizzazione di questo losco affare, han fatto di tutto per far capire come Cipro sia un caso “unico“, tutto a causa di “circostanze eccezionali“.
Tuttavia, data la crescente tendenza dello sviluppo del settore privato nel salvataggio delle banche della zona euro e la situazione relativamente favorevole che crea il “debito pubblico” (indotto, ndr) di un paese (in contrasto con l’approccio in cui il sovrano paga il conto per intero), i risparmiatori degli altri paesi periferici in Europa, si faranno convincere che “non potrebbe accadere di nuovo“.
Gli analisti della Morgan Stanley (vedi sua insolvenza), Paolo Batori e Robert Tancsa, spiegano in una nota ai loro clienti, scrivendo: “Un’efficace implementazione di questo programma (i tagli appena effettuati, ndr), sarà certamente positiva per i titoli di Stato ciprioti. La traiettoria del debito avrebbe raggiunto un picco significativamente più basso rispetto a quanto previsto in precedenza, riducendo al minimo i rischi di qualsiasi altra ristrutturazione in un breve termine. “
In altre parole, in un prossimo futuro, i programmi di salvataggio delle banche della zona euro, potranno essere incentivati in modo tale da mettere in pericolo i depositanti.
Queste non sono buone notizie per coloro che sono titolari di depositi nei paesi europei periferici – Italia compresa – ma potrebbe essere anche peggio per quelli che non si preoccuperanno la prossima volta che un sistema bancario dovrà esser salvato.
Secondo un rapporto stilato da parte di analisti bancari europei della Goldman – guidati da Jernej Omahen – l’operazione di salvataggio di Cipro significa che i titolari dei depositi dovranno far fronte ad un rischio del tutto nuovo: i risparmi tenuti nei conti, emergeranno come essere una nuova base imponibile per le future imposte patrimoniali in Europa.
Come spesso scrivo, siamo entrati a far parte di un sistema a debito di cui non ne usciremo facilmente, finchè non porteranno via fin l’ultimo centesimo: le masse non sono gestibili né controllabili quando hanno troppo denaro a disposizione.
“Un titolare di deposito di una banca periferica – probabilmente – si chiederà ovviamente: quante probabilità ci sono perciò che giunga una tassa di deposito anche per me?” dice Omahen.
Il team di Goldman scrive nella relazione:
Il deposito fiscale cipriota certamente richiede ai titolari di deposito delle banche GIIPS di valutare due questioni:
(1) la probabilità di risparmio verrà utilizzata da banche pulite (“bail-in“)
(2) percepire i risparmi come base potenziale per un “imposta sul patrimonio“.
A mio avviso, il rischio di “bail-in” è improbabile e fa tremare i titolari di deposito periferici. A questo punto – dopotutto – Cipro è in ritardo nell’affrontare i suoi problemi bancari. Altrove in periferia – in particolare in Spagna ed in Irlanda – la percezione del rischio sul versante delle banche è migliorata: gli afflussi di deposito si sono concretizzati (non si sa per quanto, ndr). La percezione dei depositi come base per una potenziale tassazione, tuttavia, è nuova. La durata/scopo del suo impatto, è di difficile valutazione.
Shock in Cyprus over bailout levy on bank deposits
Goldman si attende che il read-across delle banche irlandesi, portoghesi e quelle italiane, possa essere relativamente piccolo.
Tuttavia, secondo questa relazione, le banche greche e spagnole potrebbero avere dei problemi:
Grecia: il read-across, a nostro avviso, non è ben definito. Si potrebbe avanzare l’idea che i titolari di deposito abbiano già spostato i loro depositi fuori dalle banche greche, lasciandovi unicamente un residuo “sticky“. Tuttavia, a nostro avviso, gli stretti legami tra i due paesi ed il flusso dei depositi a Cipro durante i picchi della crisi greca, potrebbe costituire un valido argomento per una ripartenza dei deflussi di deposito. Percependo i depositi come potenziale base imponibile, se ne potrebbe aggiungere ulteriore volatilità.
Spagna: similmente all’Irlanda, sarà anche probabile che un titolare di deposito, interpreti il deposito fiscale di Cipro come un qualcosa che poteva accadere già nel 2012. La considerevole ricapitalizzazione ed un considerevole stress nel 2012, assieme ai flussi di deposito che sono rivolti in positivo, suggeriscono che la fiducia è tornata.
Tuttavia, l’ultima tappa della ricapitalizzazione di Bankia – che implica la conversione dei titolari di azioni privilegiate (per lo più al dettaglio) in azionisti comuni – si svolgerà nel corso del mese di marzo. Da una prospettiva temporale, questa operazione sostanziale, probabilmente andrà a coincidere con la crisi di Cipro: invocando paralleli potenzialmente indesiderati.
La tabella che segue, mostra i paesi dell’eurozona e di come possano esser colpiti da una “tassa di ricchezza” sui depositi, similmente a quella che si sta applicando a Cipro.
Advertising