Miti e menzogne sono ormai popolari.
Ci sono sviluppi che ben non si adattano a determinate anticipazioni se siamo ben inseriti nei valori occidentali. La realtà e le nostre assunzioni culturali potrebbero scontrarsi. Molti presuppongono questi siano obiettivi dell’umanità, meramente preferenze culturali locali. Si possono sintetizzare come esser frasi di “libertà“, di “ricerca della felicità” e di “evidenza stessa“.
È vero, l’ordine che ha prodotto questi concetti è stato sufficientemente efficace per giustificare l’emulazione. Tuttavia, ciò non significa che la strada degli arrampicatori sociali sia predestinata a diventare una linea guida per tutta l’umanità. Posso ancora aggiungere che – le differenze in tutto il mondo tra ricchezza e diritti – riflettono tutto questo. Il rifiuto dei valori che le società avanzate tendono a rendere universali, spiega le differenze a livello mondiale nel loro raggiungimento.
L’atteggiamento espresso attraverso questo rifiuto, rivela il perché la stragrande maggioranza del genere umano rimane non-libero, mal governato e povero.
La disuguaglianza che è un risultato così come la causa di questa condizione, dimostra esser resistente. Dare la colpa ad una “distribuzione non equa“, è solo una spiegazione superficiale. La frase che ben risuona, è il sintomo di fallimenti passati e futuri, piuttosto che una rivelazione di cause.
Il termine “distribuzione” porta alla mente un rimedio tradizionale della sinistra. Ha guarito piuttosto poco, ma – in compenso – ha saputo sviluppare una tradizione di fallimenti che ha confermato un segno di superiorità morale. Che le masse fuorviate – vittime di un assurdo credo – non riescano a vedere attraverso gli slogan, non invalida il giudizio.
La ridistribuzione non supera la condizione di quelli che han scordato la modernizzazione. In realtà, il mancato raggiungimento delle cose, tende a far fraintendere le reali radici di povertà e ricchezza.
Inoltre, alle masse piace credere che il successo sia un riflesso di fortuna o – per contro – un furto da parte dei potenti. L’equazione di potere e ricchezza spiega perché i movimenti popolari nascano in sostituzione di una orribile dittatura con una dittatura più accettabile che sarà generosa con i suoi sudditi.
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I beneficiari che trascureranno quella precondizione – un’estorsione, nel migliore dei casi – demotiverà i donatori già riluttanti. In buona sostanza, il risultato sarà la riduzione della torta da cui provengono i sussidi. Con la conseguente uguaglianza tendente verso il basso – indebolendo la motivazione a produrre – diminuiranno le politiche al riguardo.
Né la natura né la fortuna crea tutto ciò che viene valutato come “ricchezza“. La ricchezza è il prodotto di atteggiamenti e della loro applicazione alla potenzialità.
Noi tutti siamo in competizione e lo siamo in concorrenza alle nostre culture.
Questo spiega perché i paesi riccamente dotati siano poveri e perché i paesi che sono per natura poveri possano esser ricchi.
Le entità NON ELETTE che stiamo vedendo proprio in questi mesi nel deplorevole panorama politico, sono al servizio di ideologie distorsive e – nascondendo tutto questo – non rendono un buon servizio all’umanità. Il loro approccio getta benzina sul fuoco per alimentare i conflitti ed IMPEDISCONO valide realizzazioni, respingendo strategie di successo.
I nemici della società di successo si sono rivolti più volte alle teorie per distogliere l’attenzione dalle vere cause di sottosviluppo, servitù e povertà.
In Occidente, la razionalizzazione sottolinea diversi ruoli.
Uno speciale intermezzo è quello dei Templari. Questo ordine monastico si fece i soldi dalle Crociate e dal commercio internazionale che viaggiano sulla stessa onda. Le casse d’Europa stritolavano i monarchi debitori sull’orlo della bancarotta che venivano eliminati fisicamente dai Templari.
Il marxismo ha sostituito “ebrei” con “capitalisti” e perseguitato la “classe aliena“.
Idi Amin Dada trapiantò in Africa la storia del succhiasangue pakistano dicendo che la categoria del “nemico” è quella flessibile. Alcune attuali élite, sfruttano racconti su “gli americani“.
Qui, il tema dell’ignoranza – e, di persone, ne abbiamo a centinaia di milioni – circa le cause della povertà e delle strategie per risolverle, ha un aspetto personale. Questo tema rende la scrivente piuttosto nervosa e desiderosa di voler “sputare” la verità nuda e cruda per guidare i lettori – semmai ce ne fossero – verso approfondimenti di ulteriore livello.
La specifica idiozia stabilisce una connessione valida a livello globale tra povertà, ignoranza ed arretratezza.
Come posso notare dal pensiero della gente comune e non, sembra quasi che la penuria esistente, non sia il principale nemico del futuro equilibrio globale tra povertà e ricchezza.
Una massa sconvolgente di spiegazioni abbonda ed esce come melma da bocche con lingue biforcute perché le società rimangano impantanate nella miseria tradizionale.
L’ignoranza – per quanto riguarda l’origine di entrambe le condizioni – è una delle colpevoli. Questo ha una causa logica.
Superficialmente, la spiegazione cospirativa delle origini della miseria e del benessere è più convincente rispetto alla realtà complessa.
Se non si conoscesse bene il tema accettato dalla comunità scientifica, una “terra piatta” risuonerebbe senz’altro meglio e sarebbe più convincente rispetto alla storia della sfera rotante.
Inoltre, la povertà ha i suoi beneficiari professionali. L’umanità è più redditizia quando povera e NON ricca; siamo più convenienti da malati piuttosto che sani: tenetevelo bene a mente!
Questi elementi hanno tutto un interesse a diseducare. La falsa coscienza che ne risulta, potrà essere sfruttata per mobilitare il sostegno politico delle “vittime riconoscenti”.
SVEGLIATEVI, una buona volta. E guardate con attenzione il video sotto. D’altronde, “la Natura non apre a tutti, indistintamente, la porta del santuario”.
Trivium – LA PILLOLA ROSSA DELLA COMUNICAZIONE – Jan Irvin – Fallacies
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