Leggiamo una specifica dichiarazione di Indro Montanelli rilasciata il 29 giugno 1999 – Corriere della Sera – dove espresse chiaramente il concetto relativo alla “democrazia diretta“. Si rammenta che, nel 1999, non esistevano i social sul web ed i media non erano quegli organi di informazione giacobina propagandistica che abbiamo oggi. Da un punto di vista non solo squisitamente intellettuale, darei retta alle parole di questo grande Italiano.
<< La cosiddetta democrazia diretta, cioè quella esercitata direttamente dal popolo, mi fa più paura del totalitarismo anche perché in totalitarismo si trasformerebbe immediatamente. >>
Dichiarazione chiara e lucida che lascia trasparire quale sia la situazione attuale dietro al velo della ballata delle falsità e degli inganni.
Per chi volesse approfondire il concetto socialista – credo pochi, in realtà – sotto, una lettera dal passato. Quel passato che inizia a svelare e rivelare quella sorta di parallelismo con gli accadimenti del presente. Parliamo di “democrazia” e “dittatura“: alcuni forse resteranno stupiti da ciò che leggeranno (benché lo facciano).
In una democrazia diretta il volto del governo
potrà diventare più democratico, ma l’anima che lo muoverà
sarà più oligarchica. La macchina sarà allargata di molto,
ma meno e spesso. Più segrete saranno molle e meccanismi
con cui i suoi movimenti saranno diretti.– James Madison
Il realismo deve iniziare a farsi strada in modo tale da dissolvere utopismo e superficialismo del periodo. Meditare.
http://youtu.be/KBt_mtaU6rs
Lenin, Lettera del 3 Gennaio 1919, Pravda N. 2
A quanto pare, il problema principale della rivoluzione sia in Germania che in Austria è: Assemblea costituente o potere sovietico?
I portavoce della fallita Seconda Internazionale, per tutto il percorso da Scheidemann a Kautsky, stanno per la Prima e descrivono la loro posizione come a difesa della “democrazia” (Kautsky si spinse addirittura fino al punto di chiamarla “democrazia pura“) come distinta dalla dittatura.
Nel pamphlet “La Rivoluzione Proletaria e Ribelle“, Kautsky viene esaminato in dettaglio. Qui, si cercherà brevemente di dare la sostanza al punto in questione. Questione diventata ormai la questione del giorno per tutti i paesi capitalisti avanzati, Italia compresa.
Scheidemann e Kautsky parlano di “democrazia pura” e “democrazia” in generale allo scopo di ingannare il popolo e nasconder loro il carattere borghese della democrazia attuale.
Lasciamo pure che la borghesia continui a mantenere l’intero apparato del potere statale tra le mani, lasciamo quella manciata di sfruttatori continuare ad utilizzare la macchina statale! Le elezioni – in tali circostanze – sono lodate dalla borghesia per ottime ragioni. Ragioni quali “libero“, “uguale“, “democratico” e “universale“. [Quante volte le sentiamo martellare ogni giorno? Le avete mai contate?, ndr]
Queste parole sono progettate per nascondere la verità, per nascondere il fatto che i mezzi di produzione e di potere politico restano nelle mani degli sfruttatori e che, quindi, la vera libertà e la vera uguaglianza per gli sfruttati – cioè la stragrande maggioranza delle masse – sono fuori questione.
E’ vantaggioso ed indispensabile per la borghesia stessa, nascondere alle masse il carattere borghese della democrazia moderna, di immaginarla solamente come democrazia in generale o “democrazia pura“, ove Scheidemann e Kautsky – ripetono questo in modo martellante [proprio come accade oggi nei sistemi mediatici, ndr]. In pratica, riescono a far abbandonare tale punto di vista al proletariato, portandolo così a schierarsi con la borghesia.
Marx ed Engels nella loro ultima prefazione congiunta al Manifesto comunista (nel 1872), in modo particolare ritennero necessario dover avvertire i lavoratori che il proletariato non doveva semplicemente impadronirsi della macchina statale già pronta da mettere in moto – cioè della borghesia – ma che dovevano soprattutto distruggerla e disgregarla.
Il ribelle Kautsky – che scrisse un opuscolo speciale intitolato “Dittatura del proletariato” – nascose ai lavoratori questa importante verità marxista – distorse del tutto il pensiero marxiano e, ovviamente, la lode propagandistica che Scheidemann fece di quell’opuscolo, fu meritevole – a sua volta – della piena lode degli agenti della borghesia perché le masse insipienti passarono, di fatto, dalla parte della borghesia stessa.
Si tratta di una pura e semplice presa in giro, di uno sfruttamento delle masse quando qualcuno va a cianciare di democrazia pura, democrazia in generale, uguaglianza, libertà e diritti universali. Tutto questo, mentre operai e lavoratori in genere sono mal nutriti, con vestiti rovinati ed usurati: non solo a causa di una schiavitù salariale capitalistica, ma come conseguenza di quattro anni di guerra predatoria, mentre i capitalisti e gli speculatori rimangono in possesso delle “proprietà” usurpate proprio da loro stessi e dell’apparato “preconfezionato” del potere statale .
[Nonostante io sia per molti versi contraria alle ideologie utopiste progressiste marxiane, ndt] Tutto quanto scritto sopra equivale a calpestare le “verità” fondamentali del marxismo ove insegnò ai lavoratori di dover approfittare della democrazia borghese che – rispetto al feudalesimo – rappresenta un grande progresso storico, ma che non deve dimenticare nemmeno per un minuto il carattere borghese di quella “democrazia“, il carattere storico condizionato e limitato. Mai condividere la “fede superstiziosa” nello “Stato” e non dimenticare mai che lo Stato – anche nella repubblica più democratica e non solo in una monarchia – è semplicemente una macchina per l’oppressione di una classe per l’altra.
La borghesia è costretta ad essere ipocrita e descrivere come “governo popolare“, la democrazia in generale o democrazia pura, la repubblica democratica (borghese) che è – in buona sostanza – la dittatura della borghesia, la dittatura degli sfruttatori sul lavoro delle persone.
Scheidemann e Kautsky, Austerlitz e Renner rientrano in linea con queste falsità ed ipocrisie. Ma questa ipocrisia viene esposta, si racconta ai lavoratori ed alle persone che lavorano in generale, in modo schietto e semplice la verità: la repubblica democratica, l’Assemblea costituente, le elezioni generali, ecc. sono – in pratica – la dittatura della borghesia e per l’emancipazione del lavoro dal giogo del capitale, non c’è altro modo se non quello di sostituire questa dittatura con la dittatura del proletariato.
La dittatura del proletariato può solo emancipare l’umanità dall’oppressione del capitale, dalle menzogne, da falsità ed ipocrisia della democrazia borghese – la democrazia per i ricchi – e stabilire la democrazia per i poveri. Cioè rendendo la democrazia realmente accessibile agli operai e contadini poveri, mentre ora (perfino il più democratico – borghese – repubblica) le benedizioni della democrazia sono, di fatto, inaccessibili alla stragrande maggioranza delle persone che lavorano.
Prendiamo, ad esempio, la libertà di riunione e la libertà di stampa.
Scheidemann e Kautsky, Austerlitz e Renner assicurano ai lavoratori che le attuali elezioni per l’Assemblea costituente in Germania e in Austria sono “democratiche“. Questa è una bugia.
In pratica, i capitalisti, gli sfruttatori, i proprietari terrieri e gli speculatori detengono 9/10 delle migliori sale riunioni e 9/10 delle scorte di carta da giornale, macchine da stampa, ecc. I lavoratori urbani, i braccianti ed i lavoratori a giornata sono – in pratica – esclusi dalla democrazia e dal “sacro diritto di proprietà” (custodito dal Kautsky e Renner . Ed ora, con nostro rammarico, pure da Friedrich Adler) e dall’apparato statale borghese, cioè dai funzionari borghesi, dai giudici borghesi e così via.
L’attuale “libertà di riunione e di stampa” nella “democratica” (democratica borghese) repubblica tedesca è falsa ed ipocrita perché – in realtà – è la libertà per i ricchi di comprare e corrompere la stampa, la libertà per i ricchi di intossicare il popolo con le velenose bugie della stampa borghese, la libertà per i ricchi di mantenere le loro “proprietà“, le dimore dei proprietari terrieri, i migliori edifici, ecc.
La dittatura del proletariato prenderà dai capitalisti e consegnerà ai lavoratori le dimore dei proprietari terrieri, i migliori edifici, le macchine da stampa e le scorte di carta da giornale.
Ma questo significa sostituire, la democrazia “pura” e “universale” con la “dittatura di una classe“, urlano Scheidemann e Kautsky, Austerlitz e Renner (insieme ai loro seguaci di altri paesi – Gomperses, Henderson, Renaudel, Vandervelde e Co.).
Sbagliato, rispondiamo.
Questo significa sostituire ciò che in realtà è la dittatura della borghesia (una dittatura ipocritamente ammantata dalle forme di una repubblica democratica borghese), la dittatura del proletariato.
Questo significa sostituire la democrazia per i ricchi con una democrazia per i poveri.
Questo significa sostituire la libertà di riunione e di stampa per la minoranza, per gli sfruttatori, con la libertà di riunione e di stampa per la maggior parte della popolazione, per le persone che lavorano.
Questo significa una gigantesca estensione mondiale storica della democrazia, la sua trasformazione dalla falsità in verità, la liberazione dell’umanità dal giogo del capitale, il quale distorce e tronca chiunque, perfino la più “democratica” e repubblicana democrazia borghese.
Ciò significa sostituire lo Stato borghese con lo Stato proletario, una sostituzione che sarà – eventualmente – l’unico modo in cui lo Stato potrà estinguersi del tutto.
Ma perché non poter raggiungere questo obiettivo senza ricorrere ad una dittatura di classe? Perché non passare direttamente alla democrazia “pura“?
Questo chiedono gli amici ipocriti della borghesia agli ingenui piccoli borghesi e filistei ingannati proprio da loro.
E noi rispondiamo:
Perché in ogni società capitalistica il potere racconta bugie sia alla borghesia sia al proletariato, mentre i piccoli proprietari – inevitabilmente – restano esitanti, impotenti, stupidi sognatori del “puro“, cioè di una democrazia non classista o al di sopra di una classe.
Perché in una società nella quale una classe si oppone all’altra, non c’è altra via d’uscita se non attraverso la dittatura della classe oppressa.
Perché solo il proletariato è in grado di sconfiggere la borghesia, di rovesciarla, essendo l’unica classe che il capitalismo ha unito ed “educato” e che è in grado di attirare dalla propria parte la massa ondeggiante della popolazione attiva in quel modo di vivere piccolo-borghese, con i loro disegni o – almeno – “neutralizzandoli“.
Perché solo gli ipocriti piccolo-borghesi e filistei possono sognare – ingannando in tal modo se stessi e gli altri operai – di rovesciare l’oppressione capitalista senza un lungo e difficile processo per sopprimere la resistenza degli sfruttatori. In Germania e in Austria questa resistenza non è ancora molto pronunciata a causa dell’espropriazione degli espropriatori che non è ancora iniziata. Ma una volta iniziata l’espropriazione, la resistenza sarà feroce e disperata.
Nel nascondere tutto questo a loro stessi ed agli operai, Scheidemann e Kautsky, Austerlitz e Renner tradiscono gli interessi del proletariato, il passaggio nel momento più decisivo della lotta di classe e del rovesciamento del giogo della borghesia per fare in modo che il proletariato venga a patti con la borghesia, per realizzare la “pace sociale” o la riconciliazione di sfruttatori e sfruttati.
Le rivoluzioni sono le locomotive della storia, diceva Marx.
Le rivoluzioni insegnano rapidamente. I lavoratori urbani ed i braccianti in Germania e Austria potranno discernere rapidamente il tradimento della causa del socialismo da Scheidemann e Kautsky, Austerlitz e Renner.
Il proletariato metterà da parte questi “traditori sociali” – socialisti nella parola e traditori del socialismo nella pratica. Proprio come hanno fatto in Russia allo stesso genere di piccoli-borghesi e filistei, menscevichi e “socialisti rivoluzionari“.
Più si completa la dominazione dei suddetti “leaders” di cui sopra, tanto più rapidamente il proletariato si accorgerà che solo la sostituzione di uno Stato borghese – sia questo la repubblica borghese più democratica – da uno stato del tipo Comune di Parigi (di cui Marx tanto ne disse, che fu distorto e tradito da Scheidemann e Kautsky) o da uno stato di tipo sovietico, potrà aprire la strada al socialismo.
La dittatura del proletariato libererà l’umanità dall’oppressione capitalista e dalla guerra.
Mosca, 23 dicembre 1918
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